Il Taurasi di Perillo è il frutto del lavoro di una famiglia profondamente dedita alla vigna. Siamo a Castelfranci, uno dei comuni più alti della denominazione Taurasi; le vigne di Perillo, 6 ettari in totale, sono intorno ai 550 metri di altitudine divise in diversi appezzamenti, la maggior parte dei quali poggiante su terreni argilloso-calcarei con molta pietra, e in parte su terreni di arenarie compatte (sabbiosi). Le viti, allevate con un sistema misto tra guyot e cordone speronato, sono per l'80% quelle piantate nel primo dopo guerra dal bisnonno di Michele. Questa zona alta e fresca è soggetta a fortissime escursioni termiche e necessita di tempi maggiori per la maturazione delle uve: la vendemmia avviene generalmente nella prima decade di novembre (ma nel caso eccezionale della 2010, ad esempio, si è conclusa il 6 dicembre). Per la caratteristica elevata tannicità dell'Aglianico, unita a basso pH e alta acidità delle uve di quest'area, Michele e il figlio Felice lasciano maturare il vino per ben 10 anni in botti grandi.

TAURASI PERILLO: LA DEGUSTAZIONE

Il Taurasi di Perillo è rosso granato. Il naso si apre piano piano, proponendo prima note boschive di muschio e terra bagnata, poi frutti neri, erbe aromatiche, scorza d'arancia rossa, pepe, caffè, tabacco, balsami e tocchi affumicati. In bocca sfodera grande acidità, tannini compatti e setosi, e una generosità di sapore e materia che equilibrano le componenti di severità. Vino da dimenticare, volendo, in cantina, ma anche da godere oggi con uno stracotto di agnello.